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La caccia sul Fiume: il Piave
Il Piave o meglio "la Piave", come la gente del posto lo chiama, e' un fiume a carattere torrentizio per gran parte della sua discesa al mare.
L'ambiente presenta un alveo relativamente ampio che varia dai 500 mt a qualche km.
All'interno dei suoi argini sono presenti diverse situazioni ambientali che vanno dalla Grava pulita (distese di sassi), a prati incolti, a intricati rovai, a boschi fitti inaccessibili, nella distanza tra il posto macchina e l'appostamento che a volte dista anche chilometri ci si trova a dover oltrepassare a volte tutti queste situazioni.
La caccia viene svolta da appostamento che viene collocato normalmente sulle sponde o in palafitte costruite nel corso del fiume, si utilizzano richiami vivi e stamperia, il tutto viene trasportato a spalla in quanto l'accesso con mezzo motorizzato e' vietato oltre che impraticabile.
A volte considerato il peso del fucile, cartucce stampi (circa 50), richiami (8-10) e attrezzatura varia, si sfiora il peso dei 40 kg e tenendo presente la diversita' del percorso da compiere per raggiungere il posto risulta un impresa solamente arrivare a prepararsi per la caccia.

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Per la preparazione dell'appostamento si deve tener conto di diversi aspetti molto importanti, innanzitutto considerando la possibilita' di recupero degli uccelli (visto che non e' consentito uso di natanti deve essere fatta a mano e molte volte anche di corsa), in questo ambiente la profondita' delle acque va dai pochi cm a qualche metro anche nel tratto di poche decine di metri dalla sponda, di conseguenza anche la forza della corrente cambia, normalmente si cercano le anse oppure tratti di fiume con correnti a favore che facciano dragare l'uccello verso riva; comunque sia non e' caccia per sprovveduti, si deve conoscere la zona metro per metro per non rischiare il peggio sopprattuto perche' non sono rari gli abbattimenti a buio o con acqua torbida e in un ambiente del genere ci si deve saper muovere a occhi chiusi.
D'obbligo sono stivali a coscia o waders, abbigliamento termico e impermeabile, un bastone per evitare di scivolare sui sassi immersi e un cambio asciutto perche' le cadute e i bagni fuori stagione non sono rari.

Per costruire l'appostamento si usa normalmente una struttura in legno meglio se rivestita con della tela impermeabile e materiale di risulta trovato in loco, si crea una bordatura bassa in sassi per evitare che l'innalzamento delle acque sradichi l'appostamento e si prega!
Si prega si', e anche tanto, perche' purtroppo nei mesi migliori per questa caccia le piene del Fiume fanno da padrone, a volte rendono irriconoscibile l'ambiente in poche ore a volte minuti.
Altra caratteristica essenziale per la scelta del posto e' valutarne la via di fuga. Nelle giornate di pioggia continua si posizionano i segni per valutare il livello dell'acqua, e' capitato di dover letteralmente scappare a gambe levate.
Ricordo un annata dove mio padre dovette rifare l'appostamento per ben sette volte.

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L'utilizzo della stampata e dei richiami vivi e' regolato in base al posto ma soprattutto in base a quanto si e' in grado di trasportare a spalla.
Personalmente utilizzo normalmente una quarantina di stampi legati singoli con un metro di filo da pesca del 100 trasparante e piombo 70 gr, non utilizzio corda perche' normalmente l'acqua e' limpida e risulta visibile (fissazione personale), il gioco va fatto valutando la situazione di volta in volta, la corrente puo' variare e dobbiamo tener conto che deve esserci d'aiuto a far venire a tiro gli uccelli a nuoto.
Normalmente gli uccelli si calano quasi sempre a monte e scendono trasportati dalla corrente quindi creo una specie di goccia con la punta vicino alla riva e a scendere l'allargo in modo di far quasi una sacca, i vivi li posiziono a distanze di tiro ma sempre piu' vicini alla sponda distanziati di qualche metro.

Prevalentemente i carnieri si compongono al 70% da germani, il resto varia in base all'annata, nei mesi piu' freddi quando le acque gelano si fanno alzavole e qualche fischione, moriglioni e tuffatori in genere sono molto rari.
Questa caccia prende molto e regala poco, le restrizioni e i tanti fattori che la determinano fanno considerare annate buone quelle in cui si raggiungono i numeri di un paio di giornate in qualche valle di prestigio.

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Armi e munizioni consigliate sono quelle classiche, un buon semiautomatico e personalmente cartucce 37-40 gr. del 5 e del 3, in tasca tengo sempre una decina di magnum del 4 per ribattere gli uccelli feriti che altrimenti in questo ambiente andrebbero persi.
I tiri non superano mai i 40 mt, uno perche' la possibilita' di recupero svaniscono due perche' a mio avviso se non riesco a farli avvicinare entro quel tiro, considero l'uccello non mio ed e' giusto che segua la sua strada, in fondo come dice ancora mio padre: "noi cacciamo soppravissuti e se i va' via le giusto cosi!”.

Per mio papa' in finale vorrei spendere due parole di ringraziamento e gratitudine perche con questa caccia mi ha cresciuto e istruito nel migliore dei modi possibili, mi ha fatto capire cos'e' la soddisfazione dopo il sacrificio e quanto essa sia goduta dopo un lavoro ben fatto nella caccia come nella vita.
Spero di riuscire a fare altrettanto con i miei figli.

Per Anatidi.it - Baldessin Omar



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