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I capanni
Chi caccia gli uccelli acquatici impiega molto del suo tempo per preparare nel migliore dei modi il capanno che dovrà ospitarlo nella sua giornata in palude.
Il mimetismo è fondamentale, in tutte le forme di caccia, ma ancora di più quando si cerca di “insidiare” le anatre ed i trampolieri, uccelli scaltri, furbissimi, con una vista eccezionale e che spesso si muovono in gruppo: basta che gli occhi di un solo uccello del branco percepisca qualcosa di “strano” per far sfumare inesorabilmente la possibilità per il cacciatore di portare a casa la sua preda.

Avere un ottimo capanno è come possedere una arma in più.
Così i Cesti fucecchiesi, le Tine di Comacchio, le Coveglie/Covegge venete o le Botti pugliesi, ma anche i capanni degli appostamenti fissi o temporanei hanno tutti la stessa finalità, cioè quella di nascondere il più possibile il cacciatore alla vista degli uccelli, facendoli avvicinare il più possibile o, ancora meglio, farli posare direttamente nel gioco: per la maggior parte dei Paludai la massima soddisfazione ottenibile da una azione di caccia.

In Italia esistono diversi metodi per costruire i capanni, dovuti principalmente alle caratteristiche della zona umida in cui si caccia ma, soprattutto, molto legati alle tradizioni locali.

Ma come deve essere fatto un buon capanno?
Quali sono gli accorgimenti che si devono tenere a mente?
Si deve utilizzare la vegetazione naturale o i teli mimetici?

Il linea generale un capanno deve essere fatto in modo tale che sia simile alla vegetazione circostante, la parte posteriore deve essere più alta in modo tale da nascondere la testa del cacciatore che si sporge, non deve essere molto largo ma contemporaneamente “comodo” per poterci stare diverse ore: insomma tante sono le variabili che influenzano la predisposizione di un appostamento.
Quindi appare difficile dare delle indicazioni corrette.
Per questo motivo preferiamo pubblicare una serie di foto (si veda il copyright) che ritraggono i capanni realizzati dai cacciatori che sono in contatto con Anatidi.it in modo tale da fornire degli utili spunti per poi realizzarli nelle zone che si frequentano durante la stagione venatoria.

Chi volesse può inviare la foto del proprio appostamento, indicando anche la zona/località in cui e’ stato realizzato, alla Redazione di Anatidi.it, scrivendo a:
redazione@anatidi.it


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La Coveggia - Delta del Po
Foto di Paolo Bocchini
Il Cesto - Padule di Fucecchio
Foto di Patrizio Zipoli


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Tina - Valli di Comacchio
Foto di Gigi Bocchi
Tina - Valli di Comacchio
Foto di Riccardo Bolognini
Sponda del Danubio
Foto di Orano Albiani


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Casotto - Lago di Garda (prima e dopo)
Foto di Stefano Mazzurega
Botte n. 8 - Laguna di Orbetello
Foto di Paolo Bocchini


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Colegia - Laguna di Marano
Foto di Renzo Corso
Casott - Lago Iseo
Foto di Federico Bosio


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Appostamenti temporanei - Fiume Po
Foto di: Thierry Covati (1) e Redazione Anatidi.it (2 e 3)


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Botti - Laguna Sud di Venezia
Foto di Alberto Manente


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Botti - Laguna Sud di Venezia
Foto di Pierre Rado


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La Pantiera - App. fisso a Macerata (prima e dopo)
Foto di Alessandro Moretti
App. fisso a Manciano (Gr)
Foto di Luigi Marianetti


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App. fisso in risaia - Lomello (Pv)
Foto di Pietro Saquella
Botte orba - Lago di Lesina (Fg)
Foto di Paolo D'Orsi


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Capanni sulla spiaggia
Foto di: Paolo Bocchini (1) e Stefano De Vita (2 e 3)


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App. Fisso a Bologna
Foto di Salvatore Livani
Lago di Massaciuccoli
Foto di Nicola Benedetti
Lungo argine di fiume
Foto di Paolo Bocchini


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Sponda dell'Olt (Romania)
Foto di Enrico Orsini
Botte in Valle
Foto di Giulio Gaspari
App. Fisso (Francia)
Foto di Francois Aridon


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Capanno da campo
Foto di Andrea Settura
Casotto - Lago di Garda (prima e dopo)
Foto di Damiano Valsecchi



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