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L'alimentazione e le cure sanitarie per il cane da palude
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I cani, tutti i cani, meritano la nostra attenzione ed il nostro rispetto.
Scientemente non parlo d'amore che spesso è egoistico ma per contraccambiare almeno in parte quello
che ogni giorno ci danno accompagnandoci per tutto il corso della loro (ahimè...) breve vita, credo
che rispetto e attenzione alle loro necessità cui non possono attendere da soli, sia il minimo che dobbiamo loro.
A maggior ragione quei cani che, accompagnandoci anche nella caccia, rendono possibile l'attuarsi nella sua
interezza dei molteplici aspetti di questa passione.
Passione e rispetto che per prima cosa si dovranno esternare con una attenzione continua alla loro salute ed
al loro benessere quotidiano nei diversi periodi della vita, ognuno dei quali richiede attenzioni e cure diverse
dall'alba, quando il cucciolo inizia ad instaurare un rapporto con noi, al tramonto della vita, quando l'anziano
dovrà avere di nuovo attenzioni pari se non superiori al cucciolo.
Trovare un veterinario con cui instaurare un rapporto innanzitutto di fiducia è prioritario, contattarlo anche solo
per un consiglio ma sempre se solo sembra esserci un problema di salute, avere sempre quelle piccole o grandi attenzioni
(da una carezza sempre e comunque gradita, alla toletta dopo la caccia prima ancora di pulire il fucile o rifocillarci
noi stessi) che creano e cementano il rapporto con questi splendidi compagni di vita.
Quindi parlando di cani da caccia in palude, visto che comunque il loro "lavoro" è senz'altro impegnativo, tenute salde
le premesse fatte, diamo un'occhiata necessariamente veloce ma spero abbastanza esaustiva a due delle problematiche
principali di questo rapporto.
L'alimentazione
Parlare di alimentazione del cane che caccia in palude non può prescindere da una iniziale rapida panoramica
sull'alimentazione del cane atleta.
Le necessità di un soggetto che svolge una intensa attività fisica sono ovviamente diverse da quelle dei cani che fanno
una vita sedentaria (le passeggiate e le due ore di corsette al parco non sono una vera attività sportiva) o che comunque
non escono a caccia spesso, perché se l'azione di caccia si restringe ad un'uscita settimanale di due\tre ore,
l'alimentazione normale e specifica per l'età del soggetto sarà sufficiente per i suoi fabbisogni energetici.
Soggetti che invece escono più volte in una settimana e per giornate intere, dovranno nel periodo della caccia avere degli
accorgimenti per non andare incontro a stati carenziali che se, anche non mettono nell'immediato a rischio la vita del
soggetto, sicuramente possono provocare delle problematiche che a lungo andare contribuiranno a peggiorare la "durata"
del nostro ausiliare.
Quindi, se nella prima parte della stagione basterà aumentare di un 20\30% la quota di alimento secco giornaliero
per i cani alimentati con diete industriali e di una quota simile nelle tre componenti principali-proteine, zuccheri,
fibra ed integratori - per quanto riguarda i cani alimentati con diete casalinghe, quando l'attività viene svolta nei
periodi più freddi si può passare agli alimenti specifici per cani in attività che oggi sono in commercio da parte
delle cosiddette ditte "premium" (in genere chiamati "high activity" o sinonimi) arrivando ad aggiungere 20\30 millilitri
di olio vegetale il giorno prima dell'uscita a caccia quando l'attività o il freddo si fanno più intensi (non
dimentichiamo che se la caccia di palude è spesso caccia d'attesa, loro sono sempre in movimento anche da fermi
e per giunta spesso con le zampe nell'acqua anche alta, cosa che aumenta la richiesta di "benzina" da parte
dell'organismo).
Per i cani alimentati con una dieta casalinga la situazione è un pò più complessa in quanto raramente le diete
"fai da te" sono correttamente bilanciate quindi il consiglio è di studiare insieme al vostro vet una dieta che si
adatti al meglio ai vari periodi venatori o di riposo ricordando sempre che per fornire il carburante all'organismo
cioè energia ed alla fin fine zuccheri da utilizzare, per i carnivori questa non è fornita (o lo è solo in minima parte)
da zuccheri semplici o composti che noi ricaviamo dai farinacei o dalle patate e legumi ma dalle proteine e soprattutto
dai grassi.
Se poi la giornata di caccia è proprio lunga e fa veramente freddo,uno "snack", come lo è per noi, sarà utile e
gradito al nostro cane sempre ricordando che il grasso soprattutto e le proteine forniscono energia e quindi un
pezzo di grasso di prosciutto o simili potrà, per esempio, essere correttamente usato alla bisogna.
Panoramica sulle principali malattie
Dando per scontato un corretto piano vaccinale di base obbligatorio in tutti i periodi della vita del
cane ed una altrettanto ovvia protezione del soggetto da pericoli insiti in un ambiente umido come il gelo
(i corpetti che vediamo indossare nei documentari venatori americani non hanno solo lo scopo di mimetizzare
il nostro ausiliare ma anche di proteggerlo dal freddo, aiutarlo nel galleggiamento quando nuota e non ultimo
proteggere i punti vitali da ferite possibili correndo tra arbusti e canne spesso spezzati e vulneranti) e
come accennato piante acuminate,qualche parola mi sembra dovuta per focalizzare principalmente l'attenzione
sulle malattie trasmesse da insetti vettori che negli ambienti umidi di pianura possono essere massivamente
presenti durante il giorno e segnatamente all'alba e dopo il tramonto.
LEISHMANIA:
Considerata una zoonosi anche se per fortuna ad oggi non risultano trasmissione interspecie cane\uomo o uomo\cane,
in quanto l'agente eziologico della malattia è lo stesso nelle due specie questa malattia che interessa il sistema
immunitario presente in tutti i distretti dell'organismo animale, è trasmessa da un flebotomo ematofago che pungendo
un cane malato trasmette il protozoo, dopo una mutazione interna all'insetto, ad un cane sano, riproducendo in questo
la malattia dalla quale il cane (come l'uomo) non potrà mai essere sterilizzato completamente ma solo clinicamente
curato, analogamente a ciò che succede con altre malattie protozooarie quali la malaria per esempio.
La veterinaria è in questo periodo in grande fermento, un nuovo farmaco ed un vaccino sono ora in commercio per la
terapia e profilassi (parlarne con il proprio veterinario e decidere insieme il da farsi è un obbligo morale verso i
nostri collaboratori venatori a quattro zampe) anche se a tutt'oggi l'unica terapia sicuramente efficace quando il
problema si manifesta in tutta la sua drammaticità è con i derivati antimoniali, prodotti purtroppo poco maneggevoli
ed usabili solo in situazioni specifiche di salute del cane.
Quindi dovremo puntare molto sulla profilassi indiretta e diretta, tenendo presente che i picchi di attività del
vettore si hanno dal tramonto, proteggendo il cane con tutti i mezzi possibili, dalle piante repellenti lasciate
crescere abbondantemente intorno al canile (il Piretro, purtroppo di difficile reperimento, è in assoluto la pianta
più efficace) a tutti quei prodotti, di sintesi chimica o vegetali, che, applicati sul cane, contribuiscano a questa
missione importantissima.
FILARIOSI:
La filariosi c\p è una malattia sostenuta da un nematode (verme tondo) che essendo allo stadio larvale
microscopico può essere trasmessa da ditteri ematofagi da cane malato a cane sano e che,crescendo, va a
localizzarsi principalmente a livello del cuore destro e dei grandi vasi sanguigni presenti, provocando delle
cardiopatie dilatative gravissime.
Presente in tutta l'Italia settentrionale e (ufficialmente dal confine nord del lazio,a salire, in quella centrale) ha
a tutt'oggi, rispetto alla leismaniosi, una reale possibilità di prevenzione attraverso un corretto piano di
chemioprofilassi.
Somministrando (a soggetti preventivamente testati per l'assenza della malattia) per via orale farmaci specifici a
partire da prima dell'inizio della presenza dei ditteri ematofagi fino a dopo la loro scomparsa (generalmente per
sicurezza io faccio iniziare la somministrazione nel mese di marzo\aprile fino a tutto ottobre) o come si fa da
qualche anno attraverso la somministrazione per via parenterale di un prodotto "ritardo" che "copre" per circa 12
mesi e viene ripetuto annualmente, si ottiene una buona copertura che protegge il cane uccidendo, per la presenza
del principio attivo nel sangue, le microfilarie alla loro eventuale inoculazione da parte del vettore impedendone
così lo sviluppo ed i conseguenti danni cardiaci da localizzazione.
Estremamente raccomandabile è una corretta profilassi anche in cani che pure vivendo in zone indenni si rechino
anche per un solo giorno di caccia nelle zone endemiche e per assurdo anche se viaggiando le dovessero attraversare
in macchina in quanto è possibile la trasmissione in ogni momento, essendo i vettori attivi non in maniera strettamente
notturna come i vettori della leishmaniosi.
Ovviamente tutte quelle forme di profilassi indiretta sull'ambiente e sul cane attraverso l'uso di repellenti
esattamente come si fa nell'uomo che si reca in zone endemiche, per esempio, della malaria, sono ugualmente auspicabili
e consigliabili.
Concludendo, mi voglio ripetere:
Rispetto, per la dedizione assoluta che ci danno, perché ci perdonano tanti sbagli, perché ci sono vicini in
una passione se ci accompagnano a caccia o solo per la loro testa abbandonata con gli occhi enormi sulle gambe
se qualcosa ci ha rovinato la giornata, in attesa solo di una carezza.
Rispetto per la loro salute, per il benessere ma anche per il loro carattere, addestrandoli e plasmandoli ricordando
sempre la loro soggettività.
Dott. Francesco Putini
Medico veterinario
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