|
|
|
|
Ho conosciuto il Vecchio molti anni orsono.
Quella mattina, di buon'ora, ero con il mio Springer lungo le rive del
Fiume per una passeggiata di allenamento pre-apertura.
Vidi il Vecchio chino su di un cespuglio di cannette intento a scieglierne
alcune che tagliava con cura posandole a terra.
Il Cane si avvicino' al Vecchio scodinzolando e Lui, con la callosa mano
martoriata dall'artrite, l'accarezzo' voltandosi verso di me. Buongiorno
dissi e Lui mi rispose; aggiunsi: oggi e' una bella giornata fresca e si
cammina volentieri.
Rispose: sì, ma prima di sera piovera'. Guardai il Cielo fino all'orizzonte
e le Montagne innevate erano da cartolina : era tutto limpido!
Pensai ad una battuta da parte del Vecchio. Gli chiesi se raccoglieva le
cannette per preparare un capanno in vista della imminente apertura: no,
disse. Mi servono per gli stampi. La cosa mi incuriosì non poco e continuai
a fargli delle domande. Il Vecchio aveva uno sguardo penetrante ma sincero,
parlava pacatamente e dalle sue parole traspariva una esperienza non comune
sui segreti del Fiume e dei suoi abitanti alati.
Sapevo che in quella zona c'era una tesa stagionale direttamente sul Fiume e
gli chiesi se la conosceva: e' la mia, rispose.
Ero sempre piu' impaziente e quando si alzo', con sotto il braccio il fascio
delle canne raccolte, gli chiesi: ma adesso va in tesa?
Sì, rispose e, probabilmente leggendo il mio sguardo incuriosito, aggiunse:
venga anche lei così parliamo un po'.
Ci incamminammo lungo il greto del Fiume con il Cane che apriva la strada.
Gira bene il suo Cane, disse. Gli risposi che ne ero molto soddisfatto.
Entrando nel piccolo capanno mi avvolse un'atmosfera di altri tempi :
alle pareti erano appesi una mezza dozzina di stampi fatti a mano; li
guardai con attenzione e sentivo alle mie spalle lo sguardo attento del
Vecchio.
Ma come fa a farli così bene? Mi voltai e il Vecchio, sorridendo, rispose:
e' da piu' di cinquant'anni che ne costruisco. In un angolo del capanno
alcuni pezzi di radici contorte: vede quelle? Servono per il collo e la
testa. Certo bisogna lavorarle con il coltello ma i risultati si vedono.
Ci sedemmo su di una piccola panca fuori del capanno e mi offrì un bicchiere
di vino.
Vede? Mi disse indicando un vecchia barca da fiume. Fa acqua e devo
ripararla ma e' un lavoro lungo e faticoso.
In cuor mio mi sentii in dovere di offrire il mio aiuto anche perche'
in quei giorni ero in ferie. Non mi rispose subito. Sì grazie. Se mi aiuta
poi la faccio venire un paio di mattinate in tesa.
Non credevo alle mie orecchie e presi subito accordi per il giorno
successivo. Avrei dovuto passare da un certo Suo amico che aveva alcune
tavole di legno adatte per le riparazioni.
Quella sera si mise a piovere!
L'apertura era passata da piu' di un mese. Ero arrivato all'appuntamento
con una ventina di minuti di anticipo. Il Vecchio arrivo' in bicicletta.
Entrammo nel capanno: era ancora notte. La barca era' gia' in acqua a 200
metri a monte.
Prese una dozzina di stampi e si diresse verso il Fiume. Li posiziono'
piuttosto lontani fra di loro e ritorno' al capanno.
Ansimando disse: ieri sera ho visto qualche Germano passare e stamattina
dovrebbero ritornare. Peccato che non ho piu' i richiami vivi per colpa
della Volpe.
Chiuso nei miei pensieri iniziai l'attesa.
Stava albeggiando e le nuvole coprivano interamente il cielo.
Due Germani arrivarono da sinistra ed il Vecchio li chiamo' a bocca
(senza alcun strumento!)
Incredibile : sembrava di avere un'Anatra dentro il capanno. Girarono un
paio di volte sugli stampi poi abbassarono il "carrello" per posarsi. Il
Vecchio disse: sono un po' lunghi; non li faccia posare ma gli spari subito
prima che si posino.
Così feci scaricando il mio S.A. e i due Germani se ne andarono incolumi!
Non osavo voltarmi verso il Vecchio.
Non disse nulla. Io rimasi in silenzio. Passo' qualche minuto.
Attento! A sinistra ce ne sono cinque.
Arrivarono gia' bassi sugli stampi e dopo un ampio giro si posarono nel
tiro. Adesso : due colpi e due sono fermati; con il terzo colpo ne cade uno
lontano ferito.
Usciamo dal capanno per recuperare il ferito. Mi giro ma il Vecchio
non c'e'. E' andato a prendere la barca.
Recupera il Germano, che nel frattempo avevo fermato con un colpo, e
accosta a riva.
Sorride e mi dice: ha visto che bel tiro ha fatto? Prima era teso e li
ha sbagliati!
Non sono riuscito ad andare una seconda volta in tesa con il Vecchio: Lui non c'era piu'.
|
|
Torna all'elenco dei racconti
|