I racconti dei cacciatori di acquatici
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Burian di Pietro Vittorelli
Sono le tredici di un venerdi di fine Dicembre 1996 e mi squilla il telefono al lavoro. E' mio zio Ciano che mi cerca come di solito di Venerdi per chiedermi se il giorno seguente sarei andato con lui a passare una giornata di caccia nella laguna nord di Venezia. Lo zio Ciano, esperto cacciatore, cercava di prevedere sempre come sarebbe stata la giornata di caccia seguente in base a vari fattori in primis le condizioni meteorologiche. Infatti dal suo stato d'animo, lo sentivo un po' piu' agitato del solito ed aveva la capacita' di trasmettermi le sue sensazioni con quello che sarebbe potuto succedere il giorno dopo.
Pietro, mi dice, domani le previsioni prevedono un forte abbassamento della temperatura, e' previsto l'ingresso di un forte vento di Burian dai paesi dell'Est che portera' ghiaccio e freddo con la possibilita' di fare un buon carniere.
Infatti come tanti sapranno il vento di Burian, che arriva in Italia molto di rado, essendo un vento proveniente dai paesi dell'est, porta nelle regioni del Nord-Est d'Italia sole con un gelido vento, mentre nelle regioni che vanno dall' Emilia-Romagna verso il Sud d'Italia condizioni di bufere di neve.
Non credevo molto a quanto mi disse perche' era solito trovare delle motivazioni positive per avere sempre la mia compagnia, infatti sapere che puoi contare sull'aiuto di qualcuno in certe occasioni ti puo' dare maggiore sicurezza nell'affrontare situazioni talvolta pericolose.

Fini' di lavorare alle cinque di sera e, come tutte le volte, mi recai dalla periferia verso casa quando passando per un centro commerciale vidi il termometro, che postava vicino ad una pubblicita' luminosa, l'incredibile temperatura di meno quattro sottozero alle 17,15. Stropicciai gli occhi non credendo a quello che avevo visto ma ebbi la certezza la seconda volta quando nella farmacia poco distante veniva segnalata la stessa temperatura.
Quello che aveva previsto Ciano era vero e le sue previsioni si stavano avverando. Arrivai a casa e cominciai a prepararmi tutto l'occorrente: piumino, pantaloni imbottiti e tutto quello che sarebbe servito compresi dei Moon Boot che usavo quando andavo a sciare, scelta quest' ultima azzeccatissima per il caldo che mi fecero ai piedi al contrario di quello che ho sempre avuto per colpa degli stivali di gomma che di solito portavo.

L'appuntamento era a Venezia alle 3 di notte. Dormii per qualche ora ed a notte fonda salii in macchina per raggiungere il luogo d'incontro.
Partendo da casa, dopo qualche minuto di percorrenza in auto con gli alberi che si piegavano dal vento, vidi incredibilmente che il vetro appannato all'interno dell'abitacolo della macchina a causa della condensa formatasi si stava ghiacciando, l'aria che usciva dalle bocchette per il riscaldamento per colpa del troppo freddo non permetteva di sbrinare il vetro. Venni sapere il giorno seguente, che la temperatura aveva raggiunto il suo picco alle 5,00 raggiungendo la temperatura di -10.
Il tragitto che dovevamo percorrere in barca per raggiungere il posto di caccia era a circa mezzora, e non vi dico in quale condizione era l'acqua mossa in Laguna a causa del vento che dovevamo affrontare frontalmente.
Percorrendo i canali vedevo con la luce della luna piena, le anatre che partivano in volo disturbate dal nostro passaggio e notavo la notevole presenza dovuta al fatto che il ghiaccio aveva ricoperto le valli private ed avevano portato le anatre al di fuori di esse alla ricerca di acque libere.

Dopo aver faticato un po' arrivammo sul posto di caccia, preparammo gli stampi e le anatre vive, e li comincio' una delle giornate piu' indimenticabili di caccia.
Ai primi chiarori dell'alba, vedemmo subito come si sarebbe presentata la giornata, infatti ci furono subito le prime curate a stampi, riesco solo a farvi immaginare che i germani, fischioni, alzavole facevano fatica a rimontare il vento tanto era forte e quando curavano il gioco con le ali accoppate spesso si fermavano in volo offrendo dei tiri indimenticabili.
Mi guardavo attorno stupefatto dalle condizioni meteo, in un appostamento poco lontano, notavo che ad un certo punto i due cacciatori che occupavano I'appostamento andarono via perche' avendo loro il vento di fianco sulla sinistra erano impossibilitati a cacciare viste le onde che impedivano di resistere a quella situazione.

Non sto' qui a raccontarvi quante migliaia di anatre vidi con quelle condizioni meteorologiche, sta' di fatto che dopo aver faticato per tutto il giorno decidemmo che, dopo aver fatto un buon carniere, era arrivata l'ora di andare a casa perche' poteva bastare quello che fin li' avevamo realizzato.
Il vento in laguna si stava calmando si sentiva un silenzio irreale.
L'acqua cominciava a rallentare la sua corsa e la vita ricominciava nella sua normalita'. Era stupefacente vedere come le anatre potessero incrociarsi in cielo da tante erano.
Il sole cominciava a tramontare, gli stormi di anatre facevano giri incredibili in aria alla ricerca delle pasture. Arrivammo a Burano in condizioni inaccettabili da tanto eravamo stanchi e sporchi di fango. Entrammo in un Bar "nostrano" per un meraviglioso e caldo caffe' dove all'interno alcune persone fra i quali alcuni anziani cacciatori ci guardavano accennando sorrisi di compiacimento, sapendo senza chiedere, quanto era stata buona la nostra giornata di caccia.

Ho ancora nella mente le meravigliose immagini che quel giorno mi ha regalato sperando che, nonostante siano passati 24 anni, possa arrivare un'altra giornata di Burian.



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