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Un'inaspettata giornata nel Delta di Mose' Rossato
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Da quando ho memoria sono appassionato di anatre. Sara' che sono cresciuto allo sguazzo di mio zio Silvio, eccellente preparatore
di capanni e mio maestro di caccia ai palmipedi, o perché sono proprio nato cosi', ma da sempre ho difficolta' ad avere i piedi
asciutti e le mani non sporche di fango.
Un posto tra tutti mi ha rapito cuore ed anima, il Delta del Po, ed e' proprio qui che si andra' a svolgersi questa giornata di
caccia che vi voglio raccontare.
Scardovari, Delta del Po, 15 ottobre 2016.
Membri della giornata di caccia: Gianluca, nostro amico e barcaiolo locale, Sergio ed io, Mose' Rossato.
Per Sergio, mio amico vicentino abituato alla caccia dei tordi, e' una delle prime volte ad insidiare le anatre e la sua emozione
e' palpabile, facendo conseguentemente salire la pressione anche a me che gia' sto fuori giri di mio quando devo andare a caccia.
Arriviamo al porto di Scardovari gia' all'1 di notte. Avevo insistito nel trovarci presto per prendere una buona coveggia. Con mio
grande piacere, dopo un breve tragitto in barca, riusciamo a prendere "il puntalin", una delle postazioni piu' rinomate
nell'allagamento di Scardovari.
Mentre le ore che ci separano dall'alba passano con una lentezza che solo noi cacciatori di valle conosciamo, vedo Gianluca
agitato, si muove in barca, si alza, continua a guardare il telefono.
Alla mia richiesta di spiegazioni mi dice : il vento e' girato, lo abbiamo in faccia. Che facciamo?
Ora tutti sappiamo quale handicap sia cacciare le anatre con il vento in faccia, ma ormai l'alba era prossima e molte altre
postazioni occupate. Decidiamo di restare.
Come volevasi dimostrare l'alba passa senza grosse emozioni, si vedono uccelli ma non curano il nostro gioco. La postazione
davanti a noi, messa giusta di vento, spara ad intervalli regolari.
Alle 9 siamo ad un parziale di 11 a 0 e morale sotto i tacchi. Decido di accendere la griglia e cucinare salsicce e peperoni,
per deglutire l'amaro che abbiamo in bocca.
Mentre sono impegnato in queste operazioni un moriglione si materializza sul nostro gioco e Gian lo fredda prima ancora che noi
riusciamo ad afferrare il fucile. Bene almeno non torniamo "boari".
E cosi', mentre guardo il moriglione pancia all'aria tra gli stampi, mi accorgo che il vento gira e si mette a spirare alla
nostra sx.
La valle magicamente si riempie di uccelli e finalmente curano il nostro gioco! Arrivano 3 germani che come succede solo nei
sogni impaccano le ali gia' al primo giro ed entrano belli.
Dopo di che e' la volta di un branchino di fischioni, che dopo mille giri decidiamo di sparare fermandone 4.
Entrano nella nostra visuale poi 2 codoni che non riconosciamo subito perché accecati dal sole. Sembra vogliano venere dritti e
senza esitazioni ma qualcosa poi li fa virare all'ultimo (forse io che chiamavo ciossi) facendoli appoggiare al limite del tiro.
Gocce di sudore freddo corrono lungo la schiena, che fare? Quando vediamo che si girano per andarsene e sono uniti decidiamo di
sparare. 1 resta fulminato, l'altro se ne va illeso. A capirlo certe volte!
Vediamo anatre ovunque, non capiamo piu' niente.
Pezzo forte della giornata e' dato dall'arrivo di 3 Germani che si mettono ad una 70 di metri. Ci abbassiamo lasciandoli
avvicinare spiando dalle fessure nella canna. I minuti passano e quando guardo di nuovo i germani si sono moltiplicati, sono 6!
Si avvicinano di buon passo giocando tra di loro, segno che sono animali freschi d'entrata. Quando sono vicino ai nostri vivi, ai
fatidici 30m, si uniscono ed iniziano a beccarsi. Che ghiotta occasione! Facciamo fuoco e dagli spruzzi sull'acqua non se ne alza
nemmeno uno! Tutti e 6 secchi! Urlo liberatorio e batti 5 tra di noi, complimenti e un "che culooo" dalla postazione davanti.
Dopo poco ci capita l'ultima occasione di giornata, un branco di alzavole ci punta dritto e striscia sul gioco lasciando sul
campo 4 caduti.
Ormai e' mezzogiorno e come tutto e' iniziato tutto finisce. Chiudiamo le ostilita' con un tondo 20 capi abbattuti!
Riusciamo finalmente ad addentare i nostri panini, mai boccone e' stato piu' dolce!
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