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Sulla caccia e sulla vita: l'uomo ed il bambino di Michele Boschetti
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Il bambino stava in piedi davanti all'uomo, il quale lo guardava tra l'indispettito e l'amorevole
"Nonno, domani sera si va' in padule? Babbo e' di turno, ma c'è la luna piena, poi è sabato e domenica
non si va a scuola, me lo avevi promesso ed ora mi ci devi portare".
L' uomo sbotto': "Dio non mi fa bestemmia', sei chiorbone, c'ho da seminare gli spinaci, mi devo alza' presto
anche se dopo domani è domenica"
Aveva visto gonfiarsi il ventre della figlia, finché un giorno caldo di luglio, dieci anni prima, era sbucato
quel rospo nero, lo guardava, in piedi, era sempre bambino, ma la razza c'era, l'incrocio tra i Corucci ed i
Boschetti era micidiale e lui ne era l'unico risultato.
Sapeva che avrebbe insistito fino alla nausea e cosi, dopo un po' di brontolii, l'uomo cedette alla richiesta
di quella piccola zecca, non c'era Cristo che tenesse.
Sabato sera
Dopo la frugale ma comunque ottima cena, preparata dalla Rina, moglie dell'uomo finalmente stavano per partire,
direzione Gusciona.
Al momento di salire sul motorino la donna guardò il marito con uno sguardo che raccoglieva tutte le raccomandazioni
dell'universo, anche senza parole l'uomo annui, mise in moto il vecchio Cimatti steso e via.
La strada sterrata e le rotate dei trattori resero il viaggio abbastanza difficoltoso, ma l'uomo aveva il braccio
forte ed anche la curva del Gobbino, secca e Sassosa, non rappresentò un problema specialmente adesso che si iniziavano
a vedere le prime baracche delle lungo il fossone.
Montati in barca, anche il bambino pretese di remare, come per aiutare l'uomo che di buon grado acconsenti, in fin
dei conti era la sua prima sera in padule: "Vuoi vede' che ci faccio un cacciatore".
La tua razza è fatta da bracconieri e pescatori, penso' l'uomo, non puoi rifiutare il sangue che ti scorre
addosso nipote mio.
Nei primi anni settanta, all'epoca dei fatti, la caccia era cultura popolare, tutti i maschi di Nodica e
paesi limitrofi ne praticavano un tipo, quella agli acquatici ne vantava più di tutte le altre.
Essere un buon cacciatore era motivo di vanto, se non altro di grande rispetto.
Dopo poche remate nel calatino i due entrarono nella Gusciona, proseguendo verso il capanno dell'Albino,
l'uomo era partito di prima sera sapeva che all'alba avrebbe montato quello a cui spettava la giornata e lui non
avrebbe voluto problemi, proprio in quella sera.
"Bimbo mio si prova un par d'ore e poi a nanna"
"Va bene nonno" rispose il bambino tra l'emozionato ed il soddisfatto.
L'uomo mise le poche stampe che aveva in barca, vecchie e scolorate, poi fu la volta di due femmine magre ed un
maschio di pezzo e la tesa più bella e fatta bene di tutte le paludi fu pronta.
Scoperchiate le botti caricata la vecchia doppietta a cani esterni, tirata fuori la zampogna di canna dalla tasca
della logora cacciatora, la cacciata ebbe inizio.
Con il classico richiamo a trombetta l'uomo inizio' a richiamare le folaghe, sapeva che in prima sera e nei primi di
ottobre l'unico uccello che molto probabilmente sarebbe potuto venire era proprio una folaga di passo.
Dopo non molto la fatica l'ebbe vinta su l'uomo che pesantemente si addormentò.
Il bambino non sentendo più fischiare si voltò e vide l'uomo che dormiva, gli vide le gradi mani appoggiate sulla botte,
sapevano di terra e di duro lavoro, erano mani che parlavano di lui.
Paragonò l'uomo a quegli eroi della grande guerra che la nonna gli raccontava sempre, finalmente pote' immaginarsene uno,
anche loro si devono riposare, anche gli eroi per quanto immortali hanno questo diritto.
Un ombra passò sulle anatre che a malapena berciarono ed andò a posarsi verso il ciglio, mentre il bambino cercava di
capire, lo sventurato rallide si avviava verso le sparute anatre, ora si vedeva bene nonostante la notte e l'oscurità.
L'uomo allo scossone del bambino trasali', guardò lui poi nell'acqua vide la folaga ormai nelle stampe prese la doppietta
ed incanno'.
Il bambino trattenne il fiato finché la fucilata liberatoria stemperò la tensione oramai insopportabile, dopo un po' di
acciabattamento ed un paio di giri su se stessa la folaga mori.
"Meglio cosi è morta e non va ribattuta" disse l'uomo la vado a raccattare disse mentre usciva dalla botte.
"Nonno, smontiamo e si va a casa basta sono contento che mi hai portato e non voglio far stare in pensiero babbo"
L'uomo capi che l'aveva visto dormire e se ne vergogno' ma gli carezzo la testa e gliela bacio'. Si, si torna da nonna"
Quella notte Diana avrebbe preso per mano quel bambino e gli avrebbe insegnato l'arte di saper vivere e del rispetto.
Febbraio 2015
L'uomo oramai sono anni che è morto (anche se non lo è stato mai), ed il bambino è un uomo fatto.
Ha una buona posizione, belle armi una grande compagna ed un cane per figlio.
La passione per la caccia lo ha accompagnato fine qui di questo suo nonno ne sarebbe stato fiero.
Questo scritto e' dedicato ad Oscar e Renato, le radici mie e di Antonio.
Ho cacciato quasi ogni giorno della mia vita, il resto è stato tempo perso.
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