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La manifestazione del 1 settembre 2006 a Roma
Nella data storica del 1 settembre 2006 è accaduto ciò che non era mai successo: i Cacciatori italiani si sono ritrovati in Piazza della Repubblica a Roma per manifestare contro il colpo di mano di quella parte politica del neo eletto governo che ha invaso, con l’emanazione del Decreto Legge n.251 del 16/8/2006 ("Disposizioni urgenti per assicurare l'adeguamento dell'ordinamento nazionale alla direttiva 79/409/CEE in materia di conservazione della fauna selvatica"), alcuni settori e territori italiani senza prima ascoltare tutte le parti sociali interessate da questi regolamenti: solo dopo avrebbero potuto sottoporre queste norme alle decisioni parlamentari per varare i nuovi regolamenti e modifiche che interessano, oltre che altre importanti attività umane come l’agricoltura, anche la Legge Quadro sulla caccia n. 157 del 1992.

Clicca per ingrandire: il corteo

Per la prima volta in Italia la risposta dei cacciatori è stata pressoché unanime: attraverso il Coordinamento della Fidc-Anlc-Confavi-Anuu, tale risposta si è tradotta nella manifestazione unitaria del mondo venatorio italiano.
Il quantitativo di bandiere, vessilli e striscioni era strabiliante, cacciatori, familiari, cani tutti al seguito di una pacifica e quanto mai ordinata protesta.

L’appuntamento non è stato disatteso come molti ipotizzavano: migliaia di persone, circa 25.000 partecipanti secondo i principali telegiornali nazionali, se non addirittura di più, in Piazza della Repubblica “armati” di bandiere, fischietti, cappellini, magliette e soprattutto striscioni con slogan diversi che hanno caratterizzato, sotto gli sguardi incuriositi delle persone di passaggio, questo momento così importante nel quale tutti i partecipanti, ma anche chi per motivi vari non è potuto essere presente, avevano riposto le loro speranze, rivendicando non solo un diritto sancito dalla legge, ma una nicchia sociale che riconoscesse il cittadino cacciatore non già come un demone da combattere ma una figura ben definita da rispettare non solo con i suoi doveri ma anche con i suoi diritti.

Lombardia, Veneto, Emilia Romagna Marche, Umbria, Toscana e via, via tutte le altre: è stato impressionante constatare la partecipazione di tutto lo stivale, a prescindere dall’appartenenza politica, ad una forma di protesta che si è rivelata in realtà un momento di aggregazione e di condivisione per noi cacciatori così come avviene anche nell’esercizio della nostra beneamata passione.

Naturalmente Anatidi.it ha partecipato a questo evento con una sua delegazione di cacciatori.

Alle 11.00 finalmente, con un ora di ritardo in attesa di gente che per raggiungere la partenza della manifestazione aveva incontrato difficoltà, il corteo è partito lungo il percorso previsto in una sfilata di cori, bandiere e striscioni.
L’entusiasmo era alle stelle e nonostante il giorno ricadesse a ridosso delle pre aperture ognuno dei partecipanti e' stato soddisfatto della riuscita della manifestazione vista la partecipazione in massa.

Clicca per ingrandire: veduta di Piazza Venezia Per me che sono di Roma vedere Via Cavour dall’inizio alla fine piena di cacciatori e familiari diretti verso un possibile dialogo con le istituzioni, è stata una sensazione irripetibile.
Arrivati a Piazza Venezia il corteo è stato fermato e la risposta del governo al ricevimento della delegazione dei cacciatori è stata picche, non siamo stati presi neanche in considerazione e in men che non si dica tutte le speranze di questa parte di popolo sono state disattese: l’appuntamento con il Presidente del Consiglio non c’è stato e neanche con una eventuale, e sottolineo possibile, sua rappresentanza.

Qualcuno direbbe: tutto inutile! In realtà non è così, non è tutto inutile, perché abbiamo comunque inviato il nostro messaggio e le associazioni venatorie dovranno pur capire che azzuffarsi per quattro tessere non portera' il mondo venatorio da nessuna parte se non nella TOMBA: i cacciatori italiani non vogliono questo.
Teniamo vive le nostre speranze per l’incontro che e' stato concesso per il 6 Settembre 2006 nella consapevolezza che non solo siamo vivi ma siamo soprattutto uniti.

Fabio Felici


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